L'UOMO INVISIBILE

L'uomo invisibile è un personaggio ideato dallo scrittore britannico H. G. Wells nel racconto fantascientifico del 1897. Jack Griffin si è appassionato alla fisica a 20 anni, mentre studiava medicina (facoltà in cui conobbe il Dottor Kemp), decidendo così di cambiare facoltà. Già dai primi giorni in cui mette piede nell'università viene spesso deriso per il fatto di essere albino e perché passa la maggior parte del suo tempo in laboratorio o a studiare; vive in un piccolo appartamento facendo l'aiutante di uno scienziato e, per conto suo, inventa un siero capace di rendere invisibili gli oggetti e di decolorizzare il sangue. Come il dottor Jekyll o Andre Delambre, sperimenta la pozione su di sé: le conseguenze sono spaventose, perché l'esperimento ha successo, ma non ha l'antidoto. Fugge così nella campagna inglese, ma ormai il male si è impossessato di lui, esattamente come Hyde si impossessò di Jekyll. Il personaggio di Griffin non incute compassione, come possono incuterla altri mostri quali Frankenstein o l'uomo lupo. Diversamente da loro egli è causa del proprio male, ma è anche uno scienziato ambizioso: il suo obiettivo è il potere ed è disposto anche a rifuggire la sua amata Flora per ottenerlo. Jack Griffin per diventare invisibile ha utilizzato un lungo procedimento: innanzitutto si serve di una dinamo (contenuta in un motore a gas) e, con altri componenti, costruisce un dispositivo in grado di emanare potenti fasci luminosi in grado di rendere invisibile qualsiasi oggetto illuminato. Effettua un esperimento prima su un animale, dal quale evince che il processo può rendere invisibile il sangue, quindi lo prova su se stesso divenendo pian piano invisibile. Prima di fare questo esperimento lo scienziato riflette sulla densità ottica e sul fatto che ogni corpo, non avendo nessun contatto con l'illuminazione di una lampada, non può riflettere nessun tipo di colore e di conseguenza diventa invisibile.