LE TRE MADRI

Le tre madri è una trilogia cinematografica horror italiana, composta dai film Suspiria (1977), Inferno (1980) e La terza madre (2007), tutti diretti dal regista Dario Argento. Ciascun film tratta di una delle "Madri" (Mater Suspiriorum, Mater Tenebrarum e Mater Lacrimarum), una triade di antiche e malvagie streghe e satanisti che coi loro poteri possono manipolare gli eventi del mondo su scala globale.

STORIA

La storia delle Tre Madri comincia all'alba dell'XI secolo, quando tre sorelle crearono la pericolosa arte della stregoneria sulle coste del Mar Nero.Negli anni che seguirono, queste perfide donne vagarono per il mondo accumulando grandi ricchezze e poteri, e seminando morte al loro passaggio. Nel tardo XIX secolo le donne commissionarono all'architetto italiano Emilio Varelli, che all'epoca viveva a Londra, di progettare e costruire per loro tre dimore, poste in tre luoghi diversi del mondo: Friburgo, Roma e New York. È da queste dimore che le Tre Madri dominano il mondo col dolore, con le lacrime e con le tenebre. Un amico di Varelli, dopo aver trovato alcuni frammenti del suo diario, scritti in latino, ne fa un libro intitolato Le Tre Madri: il libro inizia con la precisazione che quanto narrato è tutto reale e in particolare che l'architetto scoprì troppo tardi la natura malvagia delle tre donne (solamente sei copie del libro sono sicuramente esistite, quattro potrebbero essere state distrutte alla fine di Inferno). La copia del libro che appare in "La Terza Madre" è in lingua italiana, quelle presenti in "Inferno" sono invece in latino, il che dimostra l'esistenza di almeno due diverse edizioni del malefico libro. Le case che Varelli aveva progettate divennero dunque così corrotte che la terra dove erano costruite divenne mortifera e pestilenziale: uno sgradevole e agrodolce odore di malvagità pervade le aree circostanti ciascuna casa. Sia Mater Suspiriorum che Mater Tenebrarum hanno rivelato che le Madri sono personificazioni della Morte.

MATER SUSPIRIORUM

Mater Suspiriorum, la Madre dei Sospiri, è la più anziana delle Tre Madri. Il suo vero nome è Helena Markos. È inoltre conosciuta come La Regina Nera. Jessica Harper ricorda che "la strega venne interpretata da una donna anziana di oltre novant'anni che Dario aveva trovato in una casa di riposo nei pressi di Roma. Helena Markos, immigrata greca nata nel 1023, fu esiliata da molti paesi Europei perché indesiderata. Durante questo periodo scrisse diversi libri riguardanti arcani soggetti. Nel 1895 fondò la Tanzakademie in Freiburg ("Accademia di Danza in Friburgo" in tedesco), una scuola di danza e di scienze occulte, nella Foresta Nera. Gli abitanti locali avevano paura di lei, avendo intuito che fosse una strega. Così come crebbe la sua ricchezza, crebbero anche i sospetti sulla sua vera natura. Per distogliere questi sospetti, Helena Markos finse di morire in un incendio nel 1905. Il controllo dell'accademia, che divenne solamente una scuola di ballo, fu affidato alla pupilla della Markos, Madame Blanc. L'accademia porta una targa che afferma che Desiderius Erasmus una volta visse là. Come narrato ne La terza madre, Elisa Mandy una strega bianca, combatté diverse volte Mater Suspiriorum, fino a ridurla in una donna anziana con pochissimo potere magico. Le sue attività erano infatti portate avanti dai suoi seguaci. In Suspiria (1977) Helena Markos è la Direttrice la cui presenza è celata dai suoi adepti, capeggiati da Madame Blanc (Joan Bennett). Una giovane americana, Susy Benner (Jessica Harper), scopre le stanze ignote nei sotterranei della scuola dopo che molti alunni sono stati uccisi dai mandatari della Markos. L'anziana strega tenta di usare la sua magia per uccidere la ragazza, ma i suoi poteri — incluso quello dell'invisibilità, illusione e telecinesi — si dimostrano insufficienti a causa del suo debole stato fisico. Susy Benner sconfigge Helena Markos trapassandole il collo con un pugnale. La morte della strega causa il crollo dell'intera accademia. Nel remake diretto da Luca Guadagnino nel 2018 Helena Markos è un'anziana donna ultracentenaria e sfigurata in cerca di un nuovo giovane corpo da abitare per sopravvivere, nascosta in un ripostiglio sotto il pavimento della sala principale dell'Accademia di danza che porta il suo nome; è inoltre avversaria politica di Madame Blanc (Tilda Swinton), la quale capeggia una fazione che mette in dubbio la vera identità della Markos e che non la vorrebbe più a capo della congrega. La vera Mater Suspiriorum si rivela essere Susie Bannion la quale, al momento del suo ingresso nell'Accademia, non è ancora consapevole della sua vera natura che si mostrerà solo nella danza-rituale finale, uccidendo la Markos e tutte le altre streghe che le avevano giurato fedeltà.

MATER TENEBRARUM

Mater Tenebrarum, la Madre delle Tenebre, è "la più giovane e la più crudele" delle Tre Madri. È nata nel 1044. Il suo vero nome non viene rivelato; risiede in un palazzo neogotico a New York eretto nel 1910 e al civico 49. Una targa affissa all'esterno reca la passata residenza di Georges Ivanovič Gurdjieff. In Inferno il personaggio è interpretato dall'attrice Veronica Lazar ed appare prevalentemente con le sembianze dell'infermiera di un inquietante Professor Arnold. Nell'apoteosi dell'incendio dello stabile, il protagonista Mark Elliot (Leigh McCloskey) si troverà faccia a faccia con l'anziano uomo, in realtà l'architetto Varelli, indi con Mater Tenebrarum, consapevole della catastrofe imminente ("è già accaduto un'altra volta"). Ella si palesa nella personificazione della Morte, lo scheletro col sudario. Elliot fortunosamente riesce a fuggire prima del crollo. Epilogo della figura infernale travolta dalle macerie fiammeggianti, probabilmente distrutta.

MATER LACRIMARUM

Mater Lacrimarum, la Madre delle Lacrime, è la più bella delle Tre Madri e apparentemente la più forte del trio. Come per Mater Tenebrarum, il suo vero nome è sconosciuto. È nata nel 1035. In Inferno si suggerisce che la sua casa è a Roma localizzata vicino al numero 49 di Via Dei Bagni - la Biblioteca Filosofica della Fondazione Abertny - dove Sara (Eleonora Giorgi) avverte uno strano odore nell'aria. In La terza madre la casa di Mater Lacrimarum viene indicata come il Palazzo Varelli. In Inferno Mater Lacrimarum tentò di affascinare Mark Elliot durante una lezione di musica a Roma. Ania Pieroni, che la interpretò nel film Inferno, rifiutò di riprendere la parte perché ormai invecchiata e madre di cinque figli. Mater Lacrimarum è interpretata dall'attrice israeliana Moran Atias nel film La terza madre. I grandi poteri della strega vengono risvegliati quando Sarah Mandy (Asia Argento) apre l'urna nella quale sono presenti potenti talismani delle streghe nere (una tunica rossa, un pugnale, tre statuette). Mentre i suoi servi seminano terrore nella città, festeggiando e giungendo da tutto il mondo, Mater Lacrimarum si nasconde nelle fondamenta del suo palazzo, preparando la sua vittoria. Viene sconfitta nello stesso modo in cui lo sono state le sue sorelle: Sarah Mandy scopre il covo sotterraneo della strega e brucia la tunica rossa che lei indossa, causando il crollo del Palazzo. Mater Lacrimarum viene uccisa da uno degli obelischi che ornano il tetto che cadendo, a causa del crollo, perfora il tetto della cripta sotterranea infilzandola.

ISPIRAZIONI

Thomas De Quincey
Thomas De Quincey

L'idea di "Tre Madri" viene da " Levana e le nostre dame addolorate", una sezione della Suspiria de Profundis di Thomas de Quincey . Il pezzo afferma che proprio come ci sono tre Parche e Grazie , ci sono anche tre Dolori. Includono Mater Lachrymarum (Nostra Signora delle Lacrime), Mater Suspiriorum (Nostra Signora dei Sospiri) e Mater Tenebrarum (Nostra Signora delle Tenebre). L'attributo di ogni donna (lacrime, sospiri, ombre/oscurità) è una traduzione diretta del suo nome dal latino ("mater" è la parola latina per "madre").

L'opera si basa su alcuni sogni fatti dall'autore il quale scrisse la storia dopo una visita a Milano e un soggiorno nella casa dei conti Imbonati (piazza San Fedele), incuriosito dalla storia di fantasmi e maledizioni che facevano di casa Imbonati una casa stregata. Tra le pagine del libro, si fa largo un sogno fatto da de Quincey quando ancora si trovava ad Oxford. L'autore sostiene di avere sognato la dea latina Levana, che gli presentava tre donne, le "Nostre Signore del Dolore". Esse hanno tre nomi latini: la prima, la maggiore, si chiama Mater Lacrimarum (Nostra Signora delle Lacrime); la seconda delle sorelle è Mater Suspiriorum (Nostra Signora dei Sospiri); la terza, la più giovane, è Mater Tenebrarum (Nostra Signora delle Tenebre).

L'autore descrive dettagliatamente le tre Matres:

 MATER! MATER!

"La maggiore delle tre è chiamata Mater Lacrimarum, Nostra Signora delle Lacrime. È lei che notte e giorno delira e geme, invocando volti scomparsi. Ella fu a Rama, quando si udì un suono di lamenti: Rachele che piangeva i suoi figli, rifiutando ogni conforto. Ella fu a Betlemme nella notte in cui la spada di Erode spazzò dalle sue case gli Innocenti e si irrigidirono per sempre i piccoli piedi che trotterellando per le stanze svegliavano nel cuore dei familiari palpiti di amore non inosservati in cielo. I suoi occhi sono di volta in volta dolci e astuti, intensi e assonnati; spesso si levano verso le nubi; spesso sfidano il cielo. Porta sul capo un diadema. E dai ricordi dell'infanzia sapevo che ella poteva allontanarsi sui venti quando udiva il singhiozzare delle litanie, o il tuonare degli organi o quando osservava l'adunarsi delle nubi estive. È questa sorella, la maggiore, che porta alla cintura chiavi più che apostoliche che aprono ogni capanna e ogni palazzo. So che ella sedette tutta la scorsa estate al capezzale del mendicante cieco, quello con cui così spesso e volentieri mi fermavo a parlare, e la cui pia figliuola di otto anni, dal volto luminoso, resisteva alle tentazioni dei giochi e dell'allegria del villaggio per camminare tutto il giorno lungo le strade polverose col suo infelice padre. Per questo atto, Dio le inviò una grande ricompensa. Nella primavera dell'anno e quando anche la sua primavera germogliava, Egli la richiamò a sé. Ma il padre cieco la piange in eterno; ancora egli sogna ad alta notte che la piccola mano che lo guidava è stretta nella sua; e ancora si sveglia in una tenebra che è ora avvolta in una seconda tenebra più profonda. La stessa Mater Lacrimarum ha anche trascorso tutto questo inverno 1844-45 nella camera dello Zar a rievocargli l'immagine di una figlia (non meno pia), che salì a Dio non meno improvvisamente e lasciò dietro a sé una tenebra non meno profonda. È grazie al potere di queste chiavi che Nostra Signora delle Lacrime s'insinua, intrusa spettrale, nelle camere degli uomini insonni, delle donne insonni, dei bambini insonni, dal Gange al Nilo, dal Nilo al Mississippi. E lei, perché è la primogenita del suo casato ed ha l'impero più vasto, onoreremo col titolo di «Madonna»."

MATER LACRIMARUM (LA PERSONIFICAZIONE DELLA DISPERAZIONE)

"La seconda delle sorelle è chiamata Mater Suspiriorum, Nostra Signora dei Sospiri. Non scala mai le nuvole, né si allontana sui venti. Non porta diadema. E i suoi occhi, se pur qualcuno potesse vederli, non sarebbero né dolci né astuti; nessun mortale saprebbe leggere in essi la loro storia; li troverebbe pieni di sogni morenti e relitti di estasi dimenticate. Ma ella non alza gli occhi; il suo capo, su cui è posato un turbante in brandelli, è in eterno reclinato, è in eterno nella polvere. Non piange, non geme. Ma sospira impercettibilmente a intervalli. Sua sorella, Madonna, è spesse volte tempestosa e frenetica, inveisce a gran voce contro il cielo e chiede che le rendano i suoi cari. Ma Nostra Signora dei Sospiri non grida mai, non sfida mai, non sogna aspirazioni ribelli. È umile fino all'abiezione. La sua è la sottomissione di chi non spera. Può mormorare, ma solo in sogno. Può sussurrare, ma solo tra sé nella penombra. Brontola, talvolta, ma solo in luoghi solitari, desolati come lei è desolata, in città diroccate e quando il sole è sceso al suo riposo. Questa sorella è la visitatrice del paria, dell'ebreo, dello schiavo al remo nelle galere mediterranee;  del criminale inglese nell'isola di Norfolk, cancellato dal libro dei ricordi nella dolce, lontana Inghilterra; di chi si è pentito ormai invano e sempre ritorna con lo sguardo a una tomba solinga che gli appare come l'altare demolito di un passato e sanguinoso sacrificio, altare su cui ogni offerta è ormai vana, sia per implorare il perdono, sia per tentare una riparazione. Ogni schiavo che a mezzodì guardi il sole tropicale con timido rimprovero, mentre con una mano addita la terra, nostra madre comune ma per lui matrigna, e con l'altra addita la Bibbia, nostra maestra comune, ma sigillata e a lui preclusa; ogni donna che sieda nelle tenebre, senza amore che la protegga, senza speranza che illumini la sua solitudine, perché i divini istinti che accendono nella sua natura i germi di quei santi affetti posti da Dio nel suo seno di donna, sono stati soffocati dalle esigenze sociali e si consumano ora inutilmente ardendo tetri, come le lampade negli antichi sepolcri; ogni monaca defraudata della sua primavera, che più non ritorna, da parenti malvagi che Dio giudicherà; ogni prigioniero in ogni carcere; tutti quelli che sono traditi e tutti quelli che sono respinti; i reietti dalla legge della tradizione e i figli della disgrazia ereditaria: tutti costoro si accompagnano a Nostra Signora dei Sospiri. Anch'ella porta una chiave ma ne ha poco bisogno. Poiché ella regna soprattutto fra le tende di Seni e fra i vagabondi senza casa di ogni paese. Pure ella trova albergo fra gli uomini di più alto rango; e perfino nella gloriosa Inghilterra vi sono alcuni che di fronte al mondo portano la testa alta come la renna superba, eppure in segreto hanno ricevuto il suo marchio sulla fronte."

MATER SUSPIRIORUM, invece è la personificazione dello sconforto più totale, di chi non si ribella al proprio destino.

MATER TENEBRARUM è la più terribile di tutte è la terza: la personificazione dell'omicidio, della pazzia, della Morte.

"Ma la terza sorella, che è anche la più giovane ...! Ssst! Abbassiamo la voce quando parliamo di lei. Il suo regno non è grande, altrimenti non vi sarebbe più vita; ma dentro quel regno il suo potere è assoluto. Il suo capo, coronato di torri come quello di Cibele, si erge fin quasi a celarsi allo sguardo. Non si china mai; e i suoi occhi sollevandosi così in alto potrebbero esser nascosti dalla distanza. Ma, quali essi sono, non possono essere nascosti; attraverso il triplice velo di crespo che ella porta, la fiera luce di un'ardente sofferenza, che mai non ha posa al mattutino o ai vespri, al mezzodì o alla mezzanotte, alla marea crescente o alla marea calante, può esser veduta da terra. Ella sfida Iddio. Ella è anche la madre delle follie; l'ispiratrice dei suicidi. Molto si affondano le radici del suo potere; ma ristretto è il numero di coloro su cui domina. Poiché ella può avvicinare solo coloro in cui una natura profonda è stata sconvolta da un'intima convulsione; coloro in cui il cuore trema e il cervello vacilla sotto i colpi combinati di tempeste interne ed esterne. Madonna si muove con passi incerti, rapidi o lenti, ma sempre con tragica grazia. Nostra Signora dei Sospiri si trascina timida e furtiva. Ma questa più giovane sorella si muove con moti imprevedibili, a scatti e con salti da tigre. Non porta chiavi; poiché sebbene venga di rado fra gli uomini apre a forza tutte le porte che le è permesso di varcare. Il suo nome è Mater Tenebrarum, Nostra Signora delle Tenebre. "